SECONDA DOMENICA DI AVVENTO

Dal Vangelo di Luca (3,1-2)

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtede, e Lisània tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti di Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria nel deserto. “… Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! … Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!”.

Un tempo ben preciso, una storia, uno spazio: il mio tempo, la mia storia, il mio spazio! Sono le coordinate dove la Parola oggi s’incarna, assumendo un volto, una voce, un messaggio. Questo non avviene nei luoghi che sono sotto i riflettori dei mass media, nei palazzi dei potenti o nei grandi luoghi di culto. Per ascoltare la Parola è necessario andare nel deserto, cioè entrare nel silenzio del cuore. Allora la sentiremo risuonare, forte come un tempo. Siamo disposti ad accoglierla?

Agire: Mi riserverò del tempo per fare un approfondimento nella mia coscienza e avvicinarmi al sacramento della confessione.

Strenne di Natale

Preghiamo

Signore, tu entri nella storia,

ma non lo fai in modo appariscente,

scegli un uomo semplice

e un luogo deserto.

Donami il coraggio di entrare in quel deserto

per accogliere la Parola

che ha cambiato il corso della storia

perché trasformi anche la mia vita.

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